Le classi seconda e terza B del corso Operatore ai Servizi di Vendita dell'A.F.T. For.al di Casale Monferrato, all'interno del concorso Guglielmo Cavalli – La salute e l’ambiente, bandito dall'Afeva in collaborazione con la Cgil e con il Comune di Casale Monferrato, hanno realizzato una storia raccontata in forma di fumetto, pensata e disegnata da Ilenia, studentessa della classe 2B. Partendo proprio da questo spunto artistico, le due classi, suddivise in gruppi, hanno elaborato una serie di brevi racconti che continuano la storia di Anna e Emanuele, protagonisti del fumetto.
I racconti
Beatrice e Giuseppe
Anna, dopo una lunga lotta contro questo male,
purtroppo muore e lascia la sua famiglia, il suo ragazzo e il suo cane a soli
20 anni.
Passati i giorni dopo la morte di Anna, Emanuele
partecipa a un corteo per chiedere giustizia per le persone che sono morte a causa
dell’amianto a Casale Monferrato.
Purtroppo il processo di giustizia è molto lungo e
nel frattempo apre una campagna per tutti i famigliari delle vittime dove
ognuno di loro racconta la storia del proprio caro. Con tutte le testimonianze,
Emanuele decide di scrivere un libro e di pubblicarlo in tutto il mondo.
Il libro ha molto successo e molti Paesi del mondo
decidono di venire a Casale e conoscere in prima persona i famigliari delle
vittime e anche il promotore di questo libro, Emanuele.
Emanuele nella sua testimonianza racconta tutto
quello che ha passato la sua ragazza, così giovane eppure tanto malata, tutte
le sofferenze di ogni giorno e le lacrime che ha versato, il tempo trascorso
per starle accanto, perché in quel momento lui preferiva stare vicino a lei,
anche se sapeva che non sarebbe riuscita a sopravvivere, invece di passare i
giorni e le serate con i suoi amici. I soldi che guadagna da questo libro,
Emanuele decide di donarli a tutte le associazioni di persone e bambini malati.
Dopo tre anni, purtroppo anche a Emanuele viene
diagnosticato il mesotelioma e dopo qualche mese muore anche lui.
Isabella, Gianluca e
Samuele
Era una bella giornata di primavera, Anna
continuava la cura della sua malattia, appoggiata dal fidanzato Emanuele e dai
suoi amici i quali, venendo a conoscenza della misteriosa malattia terminale che
l’avrebbe portata ad abbandonare le persone a lei care, la aiutavano ad
affrontare la vita di tutti i giorni.
Il giorno seguente Anna, sentendosi molto
affaticata, non se la sentì di andare a scuola; i suoi amici ed Emanuele
preoccupati della sua assenza, decisero di passare da lei dopo scuola. Quando
arrivarono a casa sua, lei aprì emanando un sospiro di sollievo e di felicità,
ma dopo un istante ebbe un crollo fisico che la face cadere per terra. Emanuele
la prese subito e la portò di corsa in ospedale.
Una volta arrivati i medici la portarono a fare
gli esami. Con molta suspance i suoi amici aspettarono per molte ore prima di
avere notizie sulla povera Anna. All’improvviso arrivò una persona con un
camice bianco che si diresse verso Emanuele e gli amici, comunicando loro che
lo stato di Anna era molto grave e che sarebbe stata ricoverata d’urgenza.
Emanuele, aiutato dai suoi amici, passò giorno e
notte in ospedale ad assistere Anna e a farle compagnia. Durante quel periodo
Anna fece molti esami che portarono i medici a capire che per lei non c’era più
niente da fare, nemmeno la chemioterapia aveva effetto.
Dopo tre settimane di giacenza in ospedale, una
sera Anna stava più male del solito e quindi i medici decisero diaumentare la
dose di antidolorifici. Peggiorò talmente tanto che ebbe bisogno di una
macchina che la tenesse in vita. Improvvisamente si sentì un suono forte e
cruento: l’alimentatore che teneva in vita Anna smise di dare segnali di vita.
I medici subito accorsero ma ormai era tardi, il
cuore di Anna si era fermato.
Emanuele, nonostante il forte dolore che
attanagliava il suo cuore, si presentò al funerale senza però riuscire a far
cadere una lacrima.
Ilenia e Luca
Passati vari anni dopo la morte di Anna, Emanuele
ormai adulto, completamente sconvolto, andò alla ricerca di se stesso e decise
di intraprendere un lungo e duro viaggio formativo e avventuroso, durante il
quale il ragazzo avrebbe affrontato le bellezze e i pericoli della natura
selvaggia. Questo ‘’viaggio’’ era considerato come una terapia per Emanuele,
pronto a guarire dalle sofferenze e a ricominciare una nuova vita.
Arrivò il fatidico giorno della partenza. Emanuele
preparò il suo zaino con tutto il necessario per affrontare la sfida, dato che
avrebbe vissuto all’aperto, tra boschi e deserti, con vento, pioggia e sole.
Allacciò l’ultima scarpa e si preparò per uscire.
Decise di iniziare dal pericoloso deserto fino ad
arrivare verso le campagne dello stato vicino, purtroppo però prima di
arrivarci ci avrebbe messo quasi due settimane a piedi, se avesse avuto un
passo veloce e tenendo sempre lo stesso ritmo. Emanuele però, non abituato
ancora a tutto questo, trovò varie difficoltà solo nella prima parte del
viaggio. Si ritrovò senza attrezzatura dato che la sua, per qualche strana
ragione, non funzionava e le sue scarpe da trekking erano troppo strette e quindi
gli avevano causato gravi lesioni: avrebbe dovuto aspettare fino all’arrivo
della prossima tappa per farsene inviare di nuove.
Con fatica riuscì ad arrivare alla tappa
successiva ed ebbe grossi dubbi se continuare o meno. Sapeva quello che
l’aspettava e tutto quello che gli è successo era stato solo un assaggio rispetto
a tutto quello che avrebbe dovuto ancora sopportare, anche perché la sua ultima
tappa sarebbe stata la montagna e nei due mesi successivi sarebbe stata
sicuramente innevata. Pensò a lungo sul da farsi ma anche se era stanco, malnutrito
e pieno di lividi a causa del pesante zaino, decise di continuare perché se
solo ripensava ad Anna e ai giorni passati senza lei, non riusciva a muoversi,
non voleva tornare a star male.
Fatta l’alba e con nuove scarpe partì verso la
collina, la pianura, i boschi, i campi e la montagna. Con un solo obiettivo: ‘’nuova
vita e nuovi pensieri’’.
Si ritrovò davanti a un ponte e in mezzo alla
nebbia fece un respiro e si sporse tentando di guardare il vuoto. Si girò,
guardò la strada che aveva fatto fino ad ora e continuò in avanti, anche se con
la nebbia non si riusciva a vedere quasi nulla ma gli piaceva, quella
sensazione gli dava l’idea di avventurarsi verso qualcosa che ancora non
riusciva a vedere, ma che era pronto a scoprire, bello o brutto che fosse. E
con passo deciso si avventurò nella fitta nebbia senza fare ritorno.
Ilaria e Lorenzo
Dopo la morte di Anna, Emanuele iniziò a fare
delle ricerche sull’amianto.
Così decise di proseguire gli studi e dopo aver
finito le scuole superiori, decise di iniziare l’università di Medicina. Lì, al
primo anno conobbe una ragazza di nome Martina con la quale iniziò a
frequentarsi assiduamente.
Si trovarono molto bene insieme e decisero di
fidanzarsi decidendo di continuare ad approfondire insieme la ricerca sugli
effetti che provoca l’amianto. Una sera Emanuele e Martina, durante le ricerche
stamparono vari questionari da distribuire all’università per capire se i loro
coetanei conoscevano le possibili malattie che poteva provocare l’amianto.
La mattina dopo distribuirono i questionari e a
fine giornata li raccolsero per verificare i risultati. Capirono, tramite
questi sondaggi, che molte persone che frequentano l’università non erano a
conoscenza dei disturbi che provocava l’amianto.
Emanuele iniziò a cercare il lavoro per pagarsi
gli studi e dopo varie ricerche di lavoro, riuscì a trovare lavoro presso
un’azienda di edilizia. Iniziò a lavorare per 5 ore al giorno e riuscì
così a pagarsi gli studi. Dopo anni di
lavoro e di studi ottenne la laurea in medicina, e potè così realizzare il suo
sogno di trovare una cura per l’amianto. Purtroppo però ci furono vari episodi
che portarono a molti litigi fra Martina e Emanuele e quindi decisero di
lasciarsi.
Dopo un po’ di tempo riuscì a riprendersi da
questo evento e continuò la sua vita tranquillamente, ma dopo anni di lavoro,
si accorse di iniziare ad avere i primi sintomi del mesotelioma. All’inizio
pensò che non fosse nulla di grave ma le sue condizioni peggiorarono a breve,
però non voleva andare da nessun medico che potesse aiutarlo a curarsi perché
era convinto di riuscirci da solo, visti i vari studi che aveva compiuto da
giovane.
Una mattina si svegliò senza forze, faticando a
respirare; capì allora che non vi era alcun modo per curare il mesotelioma.
Il giorno in cui morì, fu lo stesso giorno che
morì Anna.
Natalia e Stefano
Dopo la morte della sua ragazza Emanuele pensò di
fare un questionario per informarsi sulla malattia che aveva colpito la sua
ragazza.
Emanuele continuava a ripensareai momenti passati
con Anna; sono passati giorni, settimane, ha finito il questionario e lo ha somministrato
alle persone che passavano per strada e
agli allievi delle scuole. Ad Emanuele mancava tanto Anna, ogni volta che
chiudeva gli occhi lasentiva come se fosse vicina a lui, sentiva la sua voce che
diceva che andava tutto bene.
Pochi giorni dopo raccolse i questionari compilati.
Emanuele rimase molti giorni a guardarlie studiarli e alla fine fece un grafico.
Grazie alle ricerche su internet ha capito che Anna era stata colpita dal
mesotelioma. Lei non gli aveva detto niente per non farlo preoccupare perché
sapeva benissimo che non l’avrebbe lasciata in quei momenti e non voleva
vederlo soffrire. Quando lei era con lui non faceva notare che stava male, stava
molti giorni in casa perché non riusciva a camminare. Anna continuava a non
voler parlare con nessuno, neanche con Emanuele. Lui la chiamava ogni giorno e
lei non rispondeva neanche ai messaggi o al telefono. Sono passati dei giorni,
Emanuele decise di andare a casa di Anna, aprì la porta sua madre che apparì
pallida e con gli occhi rossi perché piangeva. Emanuele le chiese cos’era
successo e dove era Anna. Sua madre le rispose che Anna stava molto male e lui,
spaventato, iniziò a correre sulle scale fino in camera di Anna. Quando aprì la
portafu felice di vederla ma si rattristì appenala videstar male sul letto, con
il medico vicino. Le si avvicinò e le ha chiesto, piangendo, perché non gli ha mai
detto niente della sua malattia e che lui avrebbe potuto starle vicino nei suoi
momenti difficili. Lei gli ha detto che non voleva vederlo soffrire e gli ha
chiesto scusa ma gli ha detto che doveva lasciarla stare perché in futuro che avrebbe
trovatoun'altra ragazza.
Lo salutò con le seguenti e ultime parole: ‘’Ti
amo così tanto come non ho amato nessuno
mai’’.
Arjola, Hanane, Enea
Dopo la morte di Anna, Emanuele il ragazzo di Anna
afflitto dalla morte della sua ragazza, decise di attuare delle ricerche
riguardanti la malattia che provoca l’amianto, e su come evitare la morte di
altre persone.
Cominciò ad andare in biblioteca, su internet e
altri mezzi di ricerca per avere sempre più informazioni.Non si dava pace: la
mancanza di Anna lo distruggeva interiormente; con lei aveva creato una vita
perfetta, aveva in mente figli ed un matrimonio e altri progetti insieme alla
sua amata.
Ogni notte, quando cercava di prendere sonno,
chiudeva gli occhi, ma il pensiero di Anna lo perseguitava, sentiva un peso
dentro, non sapeva cosa sarebbe stato di lui senza lei, cercava nel cuscino di
Anna il suo profumo.Ormai Anna non c’era più e lui non riusciva a farsene una
ragione.
Era dimagrito, gli erano venute le occhiaie e
aveva sempre più intenzione di continuare la sua ricerca, come se fosse una
rivendicazione per Anna, per dare a qualcun altro un finale migliore del suo.
Ormai viveva solo per questa ricerca.
Tutti sapevano della morte di Anna, dunque
Emanuele decise di consigliare a chiunque avesse la stessa malattia di Anna, di
confidarsi e parlarne con le persone care in modo da farsi donare affetto per
gli ultimi giorni della loro vita.
Da quando Anna non c’era più, Emanuele trascurava
le faccende di casa: era lei a fare il bucato, fare la lavastoviglie, stirare,
piegare i panni. Adesso casa era diventata un disastro: vestiti da piegare, da
lavare, piatti sporchi...
Anna era figlia unica, ed era l’unico amore dei
suoi genitori. Dopo la sua morte i suoi genitori si sentivano soli, tristi e
depressi. La gioia della loro vita non c’era più e loro non avevano potuto far
niente. Emanuele si sentiva in colpa, voleva fare qualcosa per evitare la sua
morte ma non ci era riuscito, dunque ora più che mai cercava di stare accanto a
loro, a far loro le commissioni e ogni minima cosa per essere d’aiuto e dare
compagnia perché entrambi avevano perso la ragione della loro vita.
Diventò come un figlio per loro. Decise così, di
trasferirsi da loro per tante motivazioni: primo non doveva fare lui le
faccende di casa, secondo poteva stargli veramente in tutti i sensi accanto.
Emanuele dopo approfondite ricerche e senza darsi
pace, ha scoperto che questa malattia (ovvero il mesotelioma) può colpire
chiunque e ancora oggi non può essere curata.
Francesca, Jasmine e
Andrea
Emanuele, dopo aver perso la sua amata Anna, passò
un calvario di depressione durante il quale rimase rintanato in casa per circa
un anno e sfogliando l’album dei ricordi gli venivano in mente molti ricordi
che gli scuotevano forte il cuore.
Dopo una delle tante notti trascorse tra lacrime e
pensieri si risvegliò con nuove prospettive e con la voglia di dare una svolta
alla sua vita.
Decise quindi di approfondire le cause che hanno
portato alla perdita della sua amata Anna e si recò nella biblioteca del paese
per fare accurate ricerche e dare delle risposte ai suoi quesiti.
Venne a conoscenza della malattia che colpì la
ragazza e trovò varie cause, la più plausibile era dovuta all’inalazione di
sottili polveri di amianto.
Uscendo dalla biblioteca, si recò a casa dei
genitori della ragazza per porgli un saluto e mise la sua auto davanti al
garage sotto la tettoia. Scendendo dal veicolo, si accorse che il tetto della
casa a fianco era fatto di Eternit.
Recandosi all’interno della casa pensò alle varie
cose che aveva scoperto in biblioteca e ripensando a quel tetto, iniziò quindi
a collegare le varie cause che potevano aver portato alla morte della fidanzata.
Dopo aver trascorso la serata con la famiglia di
Anna, tornò a casa e fece ricerche mirate su internet e si interessò
principalmente sulla bonifica effettuata nel suo paese per l’amianto.
Trascorsa la notte tra libri e internet, decise di
non tenere nascoste le varie cose da lui scoperte e si recò nel Comune di
appartenenza per poter dar voce alle sue teorie. Organizzò una conferenza per
far conoscere meglio alla popolazione i vasti problemi riguardanti l’amianto. Il
comune quindi decise di appoggiarlo in tutte le sue teorie e ad aiutarlo a
fondare un’associazione in memoria di tutte le persone che a causa di queste
polveri sono morte.
Venne così chiamata “Eternit Giustizia!”: questa
associazione si impegnava a dare un sostegno morale alle famiglie che hanno
perso i loro cari e far sentire la propria voce non solo nel loro paese, ma in
tutto il mondo.
Emanuele era fiero di aver fatto qualcosa in
memoria della sua amata Anna e dopo una conferenza con il Presidente della
Repubblica gli venne proposto di girare il resto del mondo per informare tutti
quanti di questo pericoloso materiale edilizio.
Iniziò così la sua avventura, girando per scuole,
Comuni, Università, Ospedali.
Dopo un lungo periodo passato a trasmettere a
tutte le persone le sue informazioni e la sua storia, si sentì sollevato e
fiero di ciò che aveva compiuto.
Durante i suoi lunghi viaggi, incontrò una giovane
ragazza affascinante e interessante. Essa aveva atteggiamenti e lineamenti che
portavano il ragazzo a ricordare la sua amata Anna. Idue iniziarono a
frequentarsi e presto si innamorarono e insieme continuarono a portare questo
messaggio sull’ Eternit.
Insieme ebbero due meravigliosi bambini, che una
volta cresciuti seguirono le orme del padre e portarono avanti l’associazione
con i suoi ideali.
Nonostante la vita di Emanuele sia andata avanti e
abbia trovato un’altra persona che lo rese felice, nella sua mente e nel suo
cuore, portava comunque sempre il ricordo della sua amata ANNA.
Elisea, Giulia, Sharon e
Federica
Dopo la morte della sua amata Anna, Emanuele si
sentì in colpa per non aver fatto nulla per aiutarla e così inizio ad entrare
in una forma di depressione. Dopo alcuni mesi il suo migliore amico di nome
James decise di parlargli per provare a farlo uscire da questa sua tristezza; insieme
decisero di parlare con i loro coetanei e chiedere se erano al corrente di
qualche notizia sull’amianto. Hanno
scoperto, così, che molte persone non erano a conoscenza dei problemi relativi
all’amianto.
Anna era una ragazza molto conosciuta perché aveva
un carattere umile e generoso, era sempre disponibile con la gente e faceva
parte di molte associazioni di beneficenzache aiutavano ragazzi e bambini
affetti da tumori. Parlando con i famigliari di Anna, decisero di fare una
ricerca sulle conseguenze che avrebbe portato questo materiale.
Dopo un anno e mezzo vennero a conoscenza che per
colpa dell’amianto sono morte molte persone e decisero di formare un’associazione
in memoria di Anna, e la chiamarono “In Memory Of Anna” contro l’amianto, per poter
aiutare le persone che soffrono delle malattie causate da ciò. Ogni giorno i
membri di quest’associazione andarono a far visita a molte persone che
purtroppo erano affette dalle malattie che provocava questo materiale tossico e
promisero che ce l’avrebbero messa tutta per sostenerli.
In quei giorni James non si fece vedere ed
Emanuele andò a casa sua e lo vide coricato nel letto a tossire e notò che
aveva gli stessi sintomi che questa malattia procurava. Lo portò in ospedale e
i medici purtroppo confermarono che era affetto da una malattia legata
all’amianto.
Grazie a questa associazione, che divenne famosa,
riuscirono a raccogliere abbastanza fondi per trovare le cure per alcune
malattie causate dall’amianto e per aiutare James a sconfiggere questa malattia.
Trovarono anche dei lavoratori che aiutarono le famiglie con problemi
economici, a togliere il resto di amianto che in futuro li avrebbe uccisi. Dopo
la morte di Anna, Emanuele fu soddisfatto di aver salvato altre persone affette
da questa malattia ed è grazie ad Anna se è riuscito a curarle.
Sofia, Chiara e Lorenzo
Emanuele assiste al funerale di Anna e per la
tristezza che portava con sè quel giorno, svenne e battè la testa al suolo.Lo
portarono di urgenza in ospedale e facendo varie analisi, passarono giorni senza
che Emanuele ricevesse alcuna notizia riguardante i suoi referti.
Dopo qualche giorno i medici dichiararono che
aveva contratto da poco il mesotelioma.Disperati da questa notizia consolarono
il ragazzo dicendogli che in ospedale si tenevano degli incontri con persone
che soffrono di tumore.Essi aiutavano molto a sfogarsi e a conoscere persone
nuove con cui approcciarsi. Emanuele non voleva avere nessun rapporto con nessuno,
voleva isolarsi e non voleva curarsi perché pensava fosse meglio morire che
soffrire come Anna; non voleva provare le stesse sensazioni che aveva provato
lei. Dopo qualche settimana di profonda tristezza, decise che la sua vita
doveva cambiare. Doveva essere una persona allegra: tutti dovevano vedere che
qualcosa in lui lo aveva stimolato a cambiare.
Emanuele decise di godersi la vita che gli poteva
rimanere provando gli stupefacentima dopo un po’ si accorse che ciò non lo
portava a stare veramente meglio. Continuava a provare rimorsi e sensi di colpa,
soprattutto perché pensava di non essersi comportato in modo corretto nei confronti
di Anna.
Decise quindi di non usarne più e di iniziare
adesaudire tutte le cose che avrebbe voluto fare Anna: iniziò ad aiutare gli
anziani che avevano bisogno di aiuto, andò alle riunioni riguardanti le persone
che avevano bisogno di parlare dei propri problemi, andò in un paesino vicino a
Londra dove Anna viveva da piccola, adottò un cane, fece un corso di cucina che
Anna ambiva da molto, comprò un negozio di fiori: Anna amava molto i fiori e la
Primavera.
Dopo svariati anni in cui Emanuele condusse una
vita travagliata e sofferente per colpa della malattia, un giorno decise di
andare a visitare la tomba di Anna per l’ultima volta: dentro di sé sentiva che
la malattia lo stava portando alla fine. Lo stesso giorno infatti morì felice di
poter rincontrare la sua amata.
Suela, Syria e Joshua
Emanuele dopo la morte della sua ragazza, decide
di promuovere una campagna per raccogliere fondi per la ricerca di una cura in
modo da aiutare altre persone colpiti da questa terribile malattia.
Oltre a promuovere questa campagna, decide anche
di intraprendere degli studi per approfondire la ricerca alla cura. Così inizia
a viaggiare per gli ospedali dove ci sono altre persone malate di mesotelioma.
Incontra tanta gente, con tante storie diverse, ma
quella che lo colpisce di più è quella di Anna, una bambina di 10 anni. Anna è
in cura da diversi mesi. Lui decide di aiutare lei e la sua famiglia per
condividere con loro la speranza che la piccola Anna guarisca.
Col tempo Anna peggiora e la sua famiglia è
distrutta. Emanuele vedendo che anche questa bambina sta rischiando di morire,
usa tutte le sue forze e la campagna che aveva promosso per salvarla. Riesce a
sensibilizzare molte persone tanto da accelerare la ricerca. Chiede aiuto a
molti medici che riescono a trovare la cura per la malattia, ma purtroppo
alcune persone non riescono a sopravvivere.
Per la piccola Anna le cure sembrano non
funzionare, fino a quando un giorno, dopo gli ennesimi esami, risulta che la
malattia sta regredendo.
Anna guarisce, la sua famiglia è felice ma
Emanuele, nonostante voglia condividere la felicità con la famiglia di Anna,
deve partire.
Dopo circa vent’anni lui torna nell’ospedale dove
aveva incontrato la piccola Anna che ormai è diventata una donna. Anna ha
passato i suoi anni a studiare ed è diventata una dottoressa, proprio nell’ospedale
dove era stata curata; si è costruita una famiglia con due bambini.
Quando Emanuele arriva in ospedale vede due
bambini con un viso familiareche corrono nei corridoi, alza la testa e vede la
“piccola” Anna e si commuove. Si raccontano quello che hanno fatto in questi
anni e lui racconta la storia della sua ragazza che portava il suo stesso nome
che aveva la sua stessa voglia di vivere ma che purtroppo per lei non ha potuto
fare nulla.
Anna ed Emanuele rimangono grandi amici.
Alessandra, Beatrice e
Francesco
...... “Questo male ce l’ha già portata via da 3
giorni, Anna mi manchi”. Emanuele è chiuso in camera sua da quando Anna se n’è
andata via.
Sono tutti preoccupati per lui; sua madre decide
di rompere la porta per assicurarsi che suo figlio stesse bene. Vede il ragazzo
che si alza e dice alla mamma: “Ho deciso di tornare all’università”.
Cinque anni dopo...
Avendo conseguito la laurea in medicina, Emanuele
decide di andare in un ospedale per fare più esperienze e vedere più malattie
causate dall’amianto.
“Un altro ammalato di asbestosi, devo riuscire a
trovare una cura migliore!”
Torna nel laboratorio per iniziare alcune ricerche
sulle malattie dell’amianto. Giorno dopo giorno scopre delle cure migliori e
cerca di migliorare sempre di più, sentendosi sempre più soddisfatto del lavoro
che sta facendo.
Passano gli anni e scopre di avere un microcitoma
polmonare (uno dei tumori più maligni causati soprattutto dall’amianto). Cerca
di curarsi con alcune metodologie da lui sperimentate e incomincia una lunga
lotta contro il cancro ma purtroppo i risultati non sono soddisfacenti.
Dopo cinque mesi di chemioterapia conclude la sua
vita in modo doloroso, lasciandoci meravigliosi ricordi, avendo guarito in passato
molte persone fortunate. Tuttora queste cure continuano ad essere somministrate
ad altre persone.
Marco e Luca
… Anna rimane solo un bellissimo ricordo per
Emanuele.
Se ne è andata via troppo in fretta, lasciando un
vuoto incolmabile e tanti dubbi sulla sua morte.
Passano diversi giorni dall’accaduto, e lui ancora
non riesce a farsene una ragione.
Vuole una spiegazione a tutto questo: per
alleviare il dolore del vuoto che lo sta opprimendo e per capire finalmente
cosa è questa maledetta malattia chiamata “mesotelioma”.
Passa un’altra settimana ed Emanuele prende una
decisione…
Essendo sempre stato un appassionato di viaggi,
decide di intraprendere un lungo cammino verso la verità sulla morte della sua
amata Anna.
Percorrendo la strada incontra diverse persone, le
ferma e pone a tutti due semplici domande: “Cos’è il mesotelioma?” e “Cos’è
l’amianto?”
Molta gente non ne ha mai sentito parlare, mentre
altri trovano scuse dicendo di non avere tempo per parlarne. Capisce di aver
percorso tutta questa strada per niente, o forse quasi perché tornando
indietro, deluso, incontra una bella ragazza.
Decide di fare un ultimo tentativo, sperando che
lei possa dargli una risposta.
Lei dice di chiamarsi Martina, e gli racconta di
aver perso il padre quando era piccola a causa di questa malattia.
Finalmente ha trovato qualcuno che gli potesse
raccontare tutto ciò di cui lui aveva bisogno di sapere.
Passano diverse ore insieme, parlano e si raccontano
le proprie storie di vita, e prendono una scelta: viaggiare per il mondo
studiando questa malattia, sempre uniti e attratti da ciò che li circonda.
Dopo vari viaggi e diversi studi, comprendono a
fondo da dove derivi questa malattia, scoprendo che questo maledetto materiale
proviene da fabbriche che lo producono in immense quantità per generare a loro
volta tetti di abitazioni e diversi prodotti ed elettrodomestici utilizzati
quotidianamente.
Capiscono quanto sia pericolosa, quanto provochi
difficoltà e problemi di diverso genere, e si rendono consapevoli che porta
nella maggior parte dei casi alla morte.
Purtroppo questa malattia colpisce molta gente e
non ne lascia via di scampo.
Dopo 4 anni dall’incontro dei due, entrambi si
ammalano di mesotelioma e da lì il loro destino è oramai segnato. Passano
ancora un anno insieme, affrontando e cercando di contrastare la malattia, ma
senza risultati.
Muore prima Martina e due settimane dopo Emanuele.
I due hanno cercato in tutti i modi di apprendere
a fondo le caratteristiche e gli aspetti della malattia, e in parte ci sono
riusciti, ma essa li ha fermati ancor prima che potessero capire a pieno quale
era la ragione per la quale tanta gente come Anna e loro stavano morendo.
Carmen e Alessandro
Dopo la morte della sua amata, Emanuele si
autocommisera e cade in una forte depressione. La notte non riesce a dormire
perché soffre di insonnia perché lui l’amava moltissimo. I suoi genitori si
preoccupano per lui e per cercare di aiutarlo standogli vicino. La loro vicinanza,
però, non colma il vuoto che ha lasciato Anna. Trascorrono i mesi e sembra che
il dolore sia svanito parzialmente. Si tuffa a capofitto nel lavoro, pur di non
pensare ad Anna si mantiene occupato. Solo la sera quando è da solo in casa
pensa ad Anna, ogni singolo oggetto, ogni fotografia ravviva la tragedia.
Decide di disfarsi di tutti i ricordi e raccoglie tutte le fotografie e le
deposita in una scatola nera. Era quasi simbolica quella scatola nera. Lui
iniziò a pensare che dalla scomparsa di Anna vedeva tutto nero, tutti i colori
che vedeva con Anna ormai erano svaniti nel nulla e con sé portò anche il suo
profumo. La casa era vuota e cinica, quasi ospedaliera. Non c’era vita in
quella casa. Esce di casa per fare una passeggiata lungo l’argine, il sole
splende, il cielo è limpido. Improvvisamente, passeggiando, inizia a piovere.
Pensava ad Anna e guardò in su, vide un arcobaleno. Improvvisamente fece caso
ai colori che prima erano sbiaditi ed ora sono più nitidi e vivi che mai. Per
lui quell’arcobaleno era un messaggio da parte di Anna. Anna non è morta, vive
dentro di lui. Il nero si è trasformato in colori allegri e vivaci. La pioggia
gli ha regalato un bellissimo arcobaleno. Il dolore si trasforma in
rassegnazione e cerca di vedere le cose con occhi diversi, con gli occhi
dell’amore o meglio con gli occhi di Anna. In fin dei conti lui le è stata
sempre vicina, l’ha sempre amata e protetta.
Il destino li ha separati ma lui è certo che un
giorno si rivedranno.
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